Semaglutide orale: a quali pazienti in un setting di reale pratica clinica

Background e scopo dello studio: Semaglutide (SEMA) è il primo agonista recettoriale del GLP-1 disponibile in formulazione orale; non è ancora chiaro in quale fase della malattia e in quale tipologia di paziente sia più indicato prescrivere questo farmaco. Scopo dello studio è stato caratterizzare la popolazione avviata alla terapia con SEMA orale in un setting di reale pratica clinica. Materiali e metodi: Studio osservazionale, retrospettivo condotto presso la UOC Endocrinologia e Malattie Metaboliche della ASL di Pescara su pazienti avviati alla terapia con SEMA orale da settembre 2021 a marzo 2022. Sono stati registrati: parametri glico-metabolici e antropometrici, terapie diabetologiche di background, complicanze, eventi avversi e sospensione precoce della terapia. Risultati: Le caratteristiche degli 80 pazienti inclusi (età 67±10 anni, durata di malattia 11±10 anni, HbA1c 8±1.2%) sono riportate in Tabella 1. Più del 20% dei pazienti presentava almeno una complicanza micro o macrovascolare. Al momento della prescrizione, l’86% dei pazienti era in terapia con metformina, il 38% con SGLT2 inibitori, il 28% con DPP4 inibitori, il 15% con pioglitazone (PIO), il 6% con sulfoniluree (SU) e il 5% con insulina basale. SEMA orale è stata prescritta in monoterapia nel 15% dei soggetti, in associazione a sola metformina nel 46%, metformina + altro farmaco (SGLT2i /PIO/insulina basale/SU) nel 31%; nell’8% veniva prescritta in aggiunta a PIO o SU o basale in assenza di metformina. Nel 16 % dei casi è stata sospesa precocemente (<3 mesi) per comparsa di eventi avversi, prevalentemente gastrointestinali. Conclusioni: Nel nostro centro SEMA orale viene prescritta preferenzialmente nel paziente con più di 65 anni, durata di malattia superiore a 5 anni, emoglobina glicata <8%, indipendentemente dal BMI e con funzionalità renale nella norma o lievemente ridotta, non a target con metformina (da sola o in associazione con DPP4i o SGLT2i). Probabilmente andrebbe valutato un utilizzo più precoce di questa molecola nella gestione terapeutica del diabete mellito tipo 2. Segnaliamo che una percentuale di pazienti superiore a quanto osservato nei trials sospende il trattamento per scarsa tollerabilità gastrointestinale.