Valutazioni preliminari del progetto DULCÓDIA (DULaglutide in the therapeutic COntinuum in DIAbetes)

Scopo dello studio osservazionale, multicentrico, retrospettivo, di real-world evidence è stato valutare la relazione tra la precocità di avvio della terapia con Dulaglutide e l’emoglobina glicata (HbA1c) in soggetti con diabete tipo 2, nell’ipotesi che un utilizzo precoce del farmaco possa stimolare la funzione e la rigenerazione delle beta-cellule. Metodica e casistica: Sono stati studiati 1785 pazienti (M 1106, F 679, età media 67±10,4 anni, durata del diabete 10,3±8 anni), naive alla terapia con dulaglutide, avviati a tale terapia nel periodo ottobre 2020-febbraio 2021 come da usuale pratica clinica, secondo le indicazioni AIFA. I dati di HbA1c, glicemia basale, BMI, circonferenza della vita registrati all’avvio della terapia con dulaglutide e dopo sei e dodici mesi sono stati valutati in base a durata del diabete (0-5, 6-10, 11-15, >15 anni) ed al numero di farmaci utilizzati prima dell’avvio della terapia con dulaglutide (1, 2, 3, >3), considerando il numero di classi di farmaci utilizzato quale proxy di esaurimento della funzione beta-cellulare. Risultati: Dopo 12 mesi di terapia con dulaglutide nella popolazione studiata si è verificata rispetto al basale una significativa riduzione di HbA1c (52,3 ± 10,5 vs 63,3±15,3 mmol/mol, p<0,0001) e di glicemia basale (132,7±28,2 vs 168,5±80,1 mg/dl, p<0,0001). A 12 mesi di terapia con dulaglutide i soggetti con una minor durata di diabete (0-5 anni) avevano un livello di HbA1c significativamente inferiore (48,4±10,4 mmol/mol, p<0,0001) rispetto a quelli con durata del diabete 6-10 anni (53,8±10,4), 11-15 anni (55,2±11,7) e >15 anni (53,9±7,9) ed i soggetti trattati con 1 sola classe di ipoglicemizzanti avevano una HbA1c significativamente minore (48,2±11 mmol/mol, p<0,0001) rispetto a quelli trattati con 2 classi di farmaci (53,2±9,9), con 3 classi di farmaci (53,4±10) e con >3 classi di farmaci (53,7±11,7). Conclusioni: Un utilizzo precoce di GLP1-RA sembra favorire una più efficace risposta terapeutica con un più frequente raggiungimento degli obiettivi terapeutici nel DMT2. Le osservazioni a medio e lungo termine potranno permettere di valutare se tale “early treatment” si correla ad un minor rischio di complicanze croniche e ad una maggior stabilità del controllo glicemico.