Studio dei meccanismi antinfiammatori e pro-angiogenici della membrana amniotica nel piede diabetico

L’ulcera del piede diabetico (DFU) è una delle principali complicanze del diabete mellito. Nonostante i miglioramenti nel trattamento, la DFU rimane la principale causa di amputazione degli arti inferiori a causa del ridotto flusso sanguigno periferico, ridotta angiogenesi e infiammazione cronica. Di recente, la membrana amniotica (AM) ha mostrato risultati promettenti nella cura della DFU. In questo lavoro è stato studiato il potenziale ruolo della AM su cellule endoteliali isolate da cordoni ombelicali di donne con diabete gestazionale (GD-HUVEC), modello cellulare che presenta un fenotipo pro-infiammatorio e una ridotta capacità di migrazione e di formazione di vasi su Matrigel. Le HUVEC sono state coltivate con o senza AM (24 ore) e pre-stimolate con TNF-α (16 ore). I risultati ottenuti hanno dimostrano che il trattamento con AM riduce significativamente l’interazione monocita-endotelio stimolata dal TNF-α e l’espressione ed esposizione di membrana di VCAM-1 e ICAM-1 (real time PCR e citometria a flusso). Ciò è stato associato ad una significativa diminuzione della fosforilazione e traslocazione nucleare di NF-kB (western blot e immunofluorescenza, IF). Infine, la biodisponibilità di NO (kit Elisa) aumentata con AM è risultata ridotta dopo stimolazione con L-NAME (inibitore di eNOS), suggerendo l’attivazione di eNOS da parte della AM come un possibile meccanismo di regolazione di tale fenomeno. Inoltre, la capacità di migrazione (scratch test) e formazione di vasi su Matrigel di C- e GD-HUVEC è migliorata dopo incubazione con AM, come dimostrato dall’aumento di adesioni focali che coinvolgono la Paxillina (IF) e dalla qualità dei vasi creati. Nel complesso, i risultati ottenuti indicano che nel nostro modello cellulare la AM è efficace nel migliorare l’infiammazione vascolare e l’angiogenesi, potenzialmente attraverso la modulazione della biodisponibilità di NO, molecola chiave nell’equilibrio dell’omeostasi vascolare. Questo studio delinea i possibili meccanismi attraverso i quali la AM supporta la guarigione delle ferite croniche, rafforzando la sua applicazione clinica per la cura del piede diabetico.