Monitoraggio glicemico continuo: un ruolo nella diagnosi dell’ipoglicemia spontanea

La diagnosi di ipoglicemia spontanea, verificata dalla triade di Whipple, impone l’esecuzione del test del digiuno per 72 ore, esame costoso e poco accettato dal paziente, oppure del test del pasto misto o di OGTT nel caso di ipoglicemie post-prandiali. La tecnologia del monitoraggio glicemico continuo (CGM), retrospettivo e in cieco, può offrire un’alternativa o una strategia complementare nella flow chart diagnostica. Tra il 2015 e il 2017, quindici pazienti non diabetici sono stati valutati presso il nostro centro per ipoglicemia spontanea. Si è scelto di utilizzare il CGM retrospettivo in cieco per una settimana anziché il test del digiuno di 72 ore o il test del pasto misto. La tecnologia CGM ha permesso di confermare la presenza di ipoglicemie in 4 pazienti e di escluderla negli altri 11, valutandoli in condizioni di vita reale ed evitando l’ospedalizzazione. In 3 dei 4 pazienti in cui è stata confermata la presenza di ipoglicemie, queste erano connesse a Dumping Syndrome in esiti di chirurgia bariatrica. Il quarto paziente era stato sottoposto a test del digiuno per 72 ore risultato negativo mentre il CGM ha documentato numerose ipoglicemie, che sono state attribuite a verosimile ridotta gluconeogenesi. Obiettivo primario di questo lavoro è stato confermare o escludere la presenza di ipoglicemie tramite l’utilizzo del CGM. L’obiettivo secondario è stato di valutare la variabilità glicemica nei soggetti sani e nei soggetti in cui l’esame è stato effettuato sulla base della sintomatologia del paziente. Riteniamo che l’uso del CGM possa trovare applicazione nella flow chart diagnostica di routine per l’ipoglicemia spontanea con una potenziale miglior accuratezza e un più basso costo di esecuzione rispetto agli altri esami attualmente abitualmente utilizzati. Ulteriori studi sono necessari per confermare questa ipotesi.