Background: l’attività fisica continuativa e di grado elevato è associata ad una riduzione significativa della mortalità cardiovascolare e generale. L’ esercizio fisico regolare e adeguato riduce i costi, migliora la qualità di vita e il benessere percepito. Scopo del lavoro è verificare la correlazione tra attività fisica, parametri antropometrici e glicometabolici nel paziente affetto da T2DM. Materiali e Metodi: a 259 pazienti affetti da T2DM (vedi tabella), afferenti all’UOC di Endocrinologia e Malattie Metaboliche del Policlinico di Monserrato è stato somministrato l’International Physical Activity Questionnaire (IPAQ). Risultati: l’analisi mostra una correlazione inversa statisticamente significativa tra attività fisica settimanale (AFS) e ore quotidiane di sedentarietà (OS). È presente una correlazione significativa tra BMI e OS ma non con l’AFS. Le OS differiscono statisticamente tra il gruppo in terapia dietetica e il gruppo in terapia farmacologica (maggiore in quest’ultimo gruppo). Si evidenzia una differenza statisticamente significativa confrontando maschi vs femmine sull’AFS, risultata superiore nei maschi. Nel sesso maschile si evidenzia correlazione tra OS e HbA1c, nel sesso femminile l’AFS è inversamente correlata con il valore di pressione arteriosa media. Sia negli obesi che nei non obesi l’AFS correla inversamente con HbA1c, solo nei non obesi OS correla direttamente con il BMI.
Suddividendo la popolazione in base all’analisi dell’IPAQ (inattivo – sufficientemente attivo – attivo o molto attivo) sono emerse differenze significative per HbA1c tra inattivi e sufficientemente attivi. Per l’esiguità del campione abbiamo infine suddiviso tra inattivi/attivi: sono emerse differenze statisticamente significative per BMI e HbA1c. Conclusioni: i nostri dati confermano l’impatto positivo dell’esercizio fisico su controllo glicemico, calo ponderale ed altri fattori di rischio cardiovascolare (CV). Un dato da approfondire è il ruolo delle ore quotidiane di sedentarietà, che presenta un’importante correlazione inversa con l’attività fisica settimanale e correla in maniera indipendente anche con le altre variabili prese in considerazione. Per cui ridurre la sedentarietà quotidiana potrebbe avere un impatto positivo su HbA1c, rischio CV e BMI.