Diagnosi precoce o tardiva di diabete gestazionale e outcomes neonatali

Contesto: L’incidenza di diabete gestazionale (DG) è in crescita a livello globale, con considerevole impatto su salute materna e del neonato. Lo screening per DG fra 24-28 settimane gestazionali (SG) è importante per ridurre il rischio di outcomes sfavorevoli; nondimeno dovrebbe essere prioritario intercettare precocemente le donne ad alto rischio con una diagnosi precoce. Scopo. Valutare l’impatto del tempo di diagnosi di DG, precoce (DP, 16-18 SG) vs tardiva (DT, 24-28 SG), sugli outcomes fetali. Pazienti e metodi: Abbiamo retrospettivamente valutato 1369 donne con DG seguite presso il nostro centro. La diagnosi è stata formulata con carico orale di glucosio 75 g (OGTT) a 16-18 SG (n=321) o a 24-28 SG (n=1048). Outcomes sfavorevoli considerati sono macrosomia, ipoglicemia neonatale e ipertrofia cardiaca neonatale. Sono stati inoltre valutati i dati riguardanti l’autocontrollo glicemico (SMBG) e la presenza di terapia insulinica all’ultima visita pre-parto. Risultati: Le donne con DP hanno necessitato di terapia insulinica in proporzione maggiore rispetto alle donne con DT (DP 48,5% vs DT 33,4%, p<0.01); non sono state riscontrate differenze nel compenso glicemico all’ultima visita sulla base del SMBG. Considerando tutte le gravidanze, 8.62% sono state complicate da macrosomia, il 5.04% dei neonati ha presentato ipoglicemia neonatale e il 9.62% ipertrofia cardiaca, senza differenze tra i due gruppi. In entrambi i gruppi l’ipoglicemia neonatale era associata ad uno scarso compenso glicemico nell’ultima visita (meno del 50% delle misurazioni a target). Nel gruppo DT il 23% delle donne presentava fattori di rischio tali da consigliare un OGTT precoce, poi non eseguito per diverse ragioni; in queste donne è stata osservata una prevalenza maggiore di almeno un outcome neonatale sfavorevole rispetto alle donne con DP (p<0.05). Conclusioni: Le donne ad alto rischio di DG dovrebbero sempre eseguire lo screening precoce ed un trattamento tempestivo potrebbe avere un impatto importante nel miglioramento degli outcomes fetali.