Black Esophagus: un caso di necrosi esofagea acuta indotta da chetoacidosi diabetica

Il Black Esophagus o necrosi esofagea acuta (AEN) è un’entità clinica rara recentemente associata alla presenza di chetoacidosi diabetica (DKA). La prevalenza di AEN è circa lo 0,28%. Si manifesta con segni di sanguinamento gastrointestinale superiore, nausea, vomito, disfagia, dolore toracico e/o addominale, febbre e, alla EGDS, con colorazione scura del terzo distale dell’esofago. L’eziologia è, verosimilmente, multifattoriale: ischemia secondaria ad ipoperfusione dell’esofago distale, scarso stato nutrizionale e reflusso gastrico. La correlazione tra DKA e AEN è stata descritta in letteratura ed è addebitabile a vari meccanismi: la grave ipovolemia indotta dalla iperglicemia può indurre l’ischemia del terzo inferiore dell’esofago; l’ipoperfusione vascolare causa la compromissione dei meccanismi di barriera della mucosa esofagea che risulta più sensibile agli insulti corrosivi del contenuto gastrico; la DKA, anche in assenza di neuropatia, può indurre gastroparesi e, quindi, incrementare notevolmente il rischio di reflusso gastrico che accelera la necrosi esofagea. Riportiamo un caso di “Black Esophagus” in una donna di 44 anni con una diagnosi di LADA dall’età di 30, in terapia insulinica “basal-bolus”. La paziente si presentava in PS per insorgenza di vomito caffeano e dolore toracico associato a chetoacidosi diabetica (DKA). Alla EGDS veniva evidenziata necrosi esofagea acuta (Fig. 1). In anamnesi patologica, storia di potus ed abuso di benzodiazepine oltreché labile compenso glicemico, peggiorato nelle settimane antecedenti il ricovero in seguito a scarso monitoraggio per problematiche familiari. Negava recente abuso di alcolici e ingestione di caustici. La consapevolezza della elevata correlazione tra DKA e AEN è fondamentale per una diagnosi tempestiva ed un immediato trattamento che miri a prevenire gravi complicanze post-necrotiche. La presenza di comorbidità incrementa il rischio di AEN: in particolare, diabete mellito, DKA, storia di potus, ipertensione arteriosa, aterosclerosi, insufficienza renale cronica, epatopatia cronica, malnutrizione. Tra i fattori di rischio, inoltre, età (prevalenza nella sesta decade) e sesso maschile. Pertanto, è importante considerare la possibile diagnosi di AEN in pazienti, anche giovani, con scarso compenso glicemico e sintomi compatibili, soprattutto in presenza di ulteriori comorbidità significative.