ASSOCIAZIONE TRA TERAPIA ANTIAGGREGANTE E RETINOPATIA DIABETICA. RISULTATI DALLO STUDIO NO BLIND

Abstract

Introduzione: la Retinopatia Diabetica (RD) è la complicanza oculare più diffusa del diabete mellito (DM), nonché principale causa di cecità tra gli adulti in età lavorativa. Globalmente, il 34.6% dei soggetti diabetici ha RD, il 10.2% ha RD severa e ci si aspetta un aumento dei numeri fino a ca. 200 milioni entro il 2030. I soggetti con complicanze macrovascolari sono a maggior rischio di complicanze micro- (es., RD). L’aspirina viene abitualmente usata in prevenzione primaria e secondaria per ridurre il rischio cardiovascolare (CV) e di mortalità. Se essa rappresenti un fattore di rischio o protettivo per la RD resta ancora da chiarire. Da qui l’interesse a studiare la relazione tra RD e terapia farmacologica, in particolare antiaggregante, in pazienti DMT2 in real-life. Metodi: il NO BLIND è uno studio trasversale multicentrico osservazionale svolto su 9 cliniche ambulatoriali. Sono stati screenati in un periodo di un anno (Nov ’16-’17) 2210 pazienti con DMT2, al fine di una popolazione più omogenea. Endpoint Primario è stato la valutazione della relazione Terapia antiaggregante/RD (complessiva o per stadio). Risultati: 2068 pazienti hanno effettuato esame del fundus oculi, da cui sono emerse 435 diagnosi di RD (21%). 514 soggetti presentavano un MACE non-fatale pregresso (24.9%). La RD è stata classificata in: assente (n=1633), non-proliferativa (RDNP, n=336) e proliferativa (RDP, n=99). I pazienti con RDNP o RDP avevano una prevalenza di terapia antiaggregante significativamente maggiore (p<0.001). L’analisi di ogni sottogruppo aggiustata per potenziali confounders (es., eventi CV) ha mostrato come la maggior parte dei soggetti in terapia antiaggregante avesse avuto un pregresso MACE (82% vs 49% nel gr. RDP; p=0.001 – 82.8% vs 38.4% nel gr. RDNP; p<0.001 e 84.7% vs 35.5% nel gr. no-RD; p<0.001). Conclusioni: i risultati consentono di ipotizzare che l’alta prevalenza di terapia antiaggregante riscontrata non rappresenti un fattore di rischio per RD, in quanto strettamente influenzata dalla concomitante presenza di malattie CV. Tali dati sono consistenti con la letteratura corrente, nonostante alcuni pareri contrastanti. Tuttavia, la natura trasversale real-life dello studio rende necessario un approfondimento in longitudinale su campioni più ampi.


Tipo: PD
Codice: 45