Albumina glicata: un predittore precoce di risposta a SGLT2i ed insulina MDI

L’HbA1c è il biomarcatore di riferimento per il monitoraggio del controllo glicemico nei pazienti con DM2, ma in condizioni specifiche che influenzano il turnover eritrocitario o nei pazienti che necessitano di terapia insulinica MDI, la determinazione dell’albumina glicata (AG), di minore emivita rispetto all’HbA1c, è da preferirsi. Gli SGLT2i rappresentano una nuova classe di farmaci antidiabetici in grado di ridurre rapidamente le concentrazioni plasmatiche di glucosio con meccanismi diversi da quelli dell’insulina. Non è tuttavia ancora chiaro il ruolo dell’AG nel predire la loro risposta a breve termine, soprattutto quando associati all’insulina MDI. Metodi: In 16 pazienti con DM2 scarsamente controllato dall’insulina MDI, a cui veniva somministrato per la prima volta un SGLT2i (cana- 100mg/die, dapa- 10mg/die o empa- 10mg/die), è stato prelevato un campione di sangue venoso periferico per la misurazione di AG plasmatica (con metodo enzimatico) e HbA1c (con metodo HPLC) a intervalli di 30 giorni per 3 mesi al fine di monitorare le variazioni dei due biomarcatori glicemici nel corso del tempo. Risultati e conclusioni: Alla fine dello studio, coincidente con l’emivita degli eritrociti, è stata osservata una significativa riduzione del valore mediano di HbA1c rispetto alla sua determinazione basale [da 8,7% a 7,2%], con il vantaggio di una minore dose di insulina somministrata. Significative riduzioni nei livelli di AG plasmatica si rendevano già evidenti a 30 giorni (-3,5%) e 60 giorni (-6,4%) dall’inizio del trattamento e venivano mantenute fino a 3 mesi (-8,6%). I decrementi di HbA1c osservati al terzo mese erano fortemente correlati con le concomitanti riduzioni di AG plasmatica (r=0,550, p=0,027), sfiorando la significatività statistica anche nelle associazioni con le riduzioni di AG osservate a 30 e 60 giorni dall’inizio del trattamento con SGLT2i. A differenza di altri studi condotti su popolazioni pediatriche e/o di etnia asiatica non è stata evidenziata alcuna associazione negativa tra i livelli di AG ed il BMI. Questi risultati preliminari suggeriscono che, nel contesto del DM2, l’AG sia un biomarcatore utile e affidabile per monitorare gli effetti ipoglicemizzanti precoci dei farmaci antidiabetici a rapida insorgenza d’azione, come SGLT2i e insulina, anche in presenza di obesità.