DIABETE E PARODONTITE

Documento Congiunto AMD-SID-SIdP

AssociazioneMediciDiabetologi

SocietàItalianadiDiabetologia

SocietàItalianadiParodontologiae Implantologia

Antonio Carrassi (Università di Milano) 

Filippo Graziani (Università di Pisa) 

Luca Lione (ASL Savona)

Livio Luzi (Università  di Milano)

Anna Solini (Università di Pisa)

Maurizio Tonetti (European Research  Group on Periodontology, Genova)

INTRODUZIONE

Sono ormai trascorsi quasi quarant’anni da quando, lo scomparso prof. Thomas Mckeown nella lettura magistrale Rock Carling Fellowship affermava che “…se fossi San Pietro e dovessi decidere chi ammettere in paradiso sulla base di quanto ottenuto in vita, accetterei sulla parola i chirurghi d’urgenza, i dentisti e con qualche dubbio gli ostetrici; tutti costoro, da notare per inciso, hanno a che fare con gente sana, gli altri (gli altri sanitari, ndr.) li invierei a qualche equivalente celeste di Ellis Island per una attenta ispezione delle loro credenziali…”. Gli Odontoiatri, in questa lettura magistrale di Mckeown vengono indicati per le importanti potenzialità che in campo preventivo sono in grado di offrire: sono, infatti, gli specialisti più frequentemente consultati dai nostri concittadini, operano in un setting favorevole allo sviluppo di una duratura comunicazione con i pazienti e posseggono esperienza nella trasmissione di informazioni inerenti i fattori di rischio delle malattie oro-dento-parodontali e nelle relative traiettorie preventodontiche.

I biofilm orali, la dieta, il tabacco, e in parte l’alcool rappresentano i principali fattori di rischio per le malattie dei tessuti duri e molli del cavo orale. Tabacco, dieta, e alcool sono, peraltro, alla base delle principali e più diffuse malattie croniche non trasmissibili, principale problema di salute pubblica dei paesi industrializzati. Gli Odontoiatri, promuovendo interventi di lotta ai fattori di rischio per le malattie della bocca, attuano un approccio denominato di “contrasto al rischio comune”; in pratica i benefici delle loro iniziative preventive si spalmano non solo sulla tutela della salute della bocca ma anche sulle condizioni extraorali che riconoscono i medesimi fattori di rischio. Un’ulteriore considerazione sul ruolo che gli Odontoiatri possono svolgere, non solo a tutela della salute orale ma anche dello stato generale di salute, attiene la possibilità di avviare percorsi di diagnosi precoce per alcune malattie sistemiche. Gli esempi sono numerosi, ma uno in particolare qui ci interessa, stante la grande diffusione di questa condizione cronica: il diabete, che colpisce il 4.9% degli italiani e che si coniuga alla possibilità che per lunghi periodi la malattia decorra asintomatica ma già producendo danni all’organismo. L’associazione tra diabete e malattia parodontale è stata particolarmente studiata ed è costantemente emerso come il diabete si associ ad un aumento, sia di prevalenza che di gravità, della gengivite e della parodontite cronica. Il rischio per un soggetto diabetico di ammalarsi di parodontite cronica è stimato essere da due a tre volte maggiore rispetto a quello di un soggetto non diabetico. Recenti pubblicazioni, infine, indicano che utilizzando come criteri di valutazione l’età, il peso, i valori morfometrici e l’eventuale presenza di parodontite sia possibile, in un setting odontoiatrico, avviare con successo un percorso diagnostico che, perfezionato e gestito dal medico Diabetologo, sia in grado di portare, in soggetti che ignorino la loro condizione, ad una diagnosi precoce di diabete ed alla attuazione di una terapia tempestiva in grado di prevenire e contrastare le frequenti complicanze che si associano a questa malattia. Significativo valore riveste, quindi, l’avvio dell’importante collaborazione tra la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, la Società Italiana di Diabetologia e l’Associazione dei Medici Diabetologici al fine di sviluppare, e questa pubblicazione ne è il primo segno, sinergie che abbiano come obbiettivo la tutela della salute dei nostri concittadini, attraverso interventi di prevenzione primaria e secondaria.