a cura di Marta Letizia Hribal
Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Università Magna Graecia di Catanzaro
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DOI: 10.30682/ildia1903e
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Telemedicine-Assisted Self-Management Program for Type 2 Diabetes Patients ● Programma di autogestione in telemedicina nei pazienti con diabete di tipo 2
von Storch K, Graaf E, Wunderlich M, Rietz C, Polidori MC, Woopen C
Diabetes Technology & Therapeutics 21: 9, 2019.
L’educazione terapeutica rappresenta, come ben evidenziato dall’Editoriale di Marina Trento, pedagogista con pluriennale esperienza nel campo, uno strumento fondamentale per il raggiungimento di un buon controllo della malattia diabetica. Nello studio qui riassunto, è stata valutata l’utilità di un programma di assistenza in telemedicina in pazienti con diabete di tipo 2. Il programma prevedeva differenti aree di intervento (dieta, attività fisica, capacità di gestire emergenze mediche, capacità di gestire lo stress) ed era personalizzato sul paziente, anche tramite colloqui telefonici. Nello studio sono stati analizzati i dati di 60 pazienti diabetici seguiti con il programma di assistenza in telemedicina e di 55 soggetti, con caratteristiche cliniche paragonabili, seguiti con il trattamento standard. L’età media della popolazione era di circa 60 anni; in entrambi i gruppi c’era una prevalenza del sesso maschile (78% e 85% nel gruppo di trattamento e nel gruppo di controllo, rispettivamente); la durata di malattia era di 7 anni, in entrambi i gruppi la prevalenza di comorbidità era elevata. Il controllo glicemico era paragonabile nei due gruppi, con valori di emoglobina glicata intorno al 7%. I valori di BMI (indice di massa corporea) erano lievemente più elevati nel gruppo randomizzato al programma di telemedicina. I soggetti nel gruppo di intervento hanno ricevuto all’inizio dello studio un tablet, per rendere l’accesso ad internet facile in qualunque contesto, un contapassi ed un glucometro. È stato inizialmente valutato anche il grado di abilità nella gestione della tecnologia, attraverso una scala appositamente sviluppata per predire l’uso efficace della tecnologia in questa fascia di età; esso è risultato abbastanza elevato e non significativamente differente nei 60 soggetti che hanno completato lo studio, ed i cui dati sono quindi stati inclusi nell’analisi finale, rispetto ai 18 soggetti inizialmente reclutati, ma che non hanno seguito il programma come previsto. Dopo 3 mesi di intervento, il gruppo seguito con l’assistenza in telemedicina aveva valori di emoglobina glicata significativamente inferiori rispetto al gruppo di controllo. Risultavano inoltre significative le differenze in termini di capacità di gestione della malattia, valutata attraverso il questionario DSMQ (Diabetes Self-Management Questionnarie) che comprende 16 aspetti, tra cui dieta, aderenza alla terapia, attività fisica, automonitoraggio glicemico e contatti con i medici curanti. Ugualmente era significativamente maggiore la riduzione del BMI nel gruppo di intervento, anche se i valori assoluti rimanevano leggermente più alti, in conseguenza dei valori al baseline. Si osservava inoltre un maggiore incremento dell’attività fisica nel gruppo di intervento, pur essendo evidente una importante variabilità tra i singoli soggetti, forse legata anche al funzionamento non ottimale del contapassi riscontrato in alcuni casi, che rendeva i dati non significativi da un punto di vista statistico. Per quanto riguarda l’aspetto educazionale, il 93,9% dei soggetti reclutati nel gruppo di intervento ha dichiarato di trovare utile il supporto in telemedicina e il 69,3% ha descritto l’uso del programma come “piacevole”, mentre per l’84,4% risultava di semplice utilizzo. Inoltre il 78,9% dei soggetti riportava di sentirsi maggiormente sicuro nella gestione della malattia, mentre solo il 27,8% del gruppo percepiva una sensazione di controllo con connotazioni negative. Infine, l’82,2% del gruppo di intervento dichiarava di ricevere un buon supporto sociale nell’utilizzo del programma.
Complessivamente, nonostante i dati analizzati siano relativi ad un gruppo di dimensioni relativamente modeste e ad un periodo di trattamento di soli 3 mesi, lo studio dimostra che la telemedicina può costituire un supporto efficace per l’educazione terapeutica dei soggetti diabetici. È interessante ed incoraggiante osservare che, pur essendo l’età media della popolazione relativamente elevata, i pazienti non hanno avuto difficoltà nell’utilizzo della tecnologia ed anzi un numero consistente di loro ha trovato “divertente” il programma di supporto, con riflessi positivi sull’aderenza alle indicazioni terapeutiche e sul senso generale di benessere. È anche positivo il fatto che una percentuale di pazienti superiore all’80% percepisse un buon supporto sociale nell’utilizzo del programma; il coinvolgimento delle persone che condividono la quotidianità con il paziente diabetico rappresenta infatti un elemento importante di qualsiasi programma efficace di educazione terapeutica.
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