Studio dell’autoimmunità tiroidea in una coorte di familiari di primo grado di diabetici tipo 1

Razionale: le patologie autoimmuni possono spesso associarsi tra di loro. La presenza di anticorpi contro gli antigeni tiroidei (AbTir) è stata rilevata in letteratura in percentuali variabili in associazione ad altre patologie autoimmuni. Circa il 20-25% dei pazienti affetti da Diabete Mellito tipo 1 (DMT1) presenta anticorpi anti tiroide, e gli stessi sono presenti in percentuale assai variabile nei familiari di primo grado di soggetti diabetici. Nella popolazione sarda è stata riportata una prevalenza globale di anticorpi anti tiroide del 16,5 % in uno studio effettuato su un’ampia casistica. Abbiamo pertanto valutato la prevalenza di autoimmunità tiroidea in una coorte di parenti di primo grado sardi di soggetti diabetici e ricercato eventuali differenze in relazione alla presenza/assenza di anticorpi contro la beta cellula (AbDT1). Materiali e Metodi: abbiamo dosato gli anticorpi anti tiroide in 99 familiari di primo grado di soggetti affetti da DMT1. Il valore sierico di riferimento degli AbTir è compreso tra 0 e 40 UI/ml per gli AbTg e tra 0 e 35 UI/ml per gli AbTPO. Risultati: dei 99 soggetti studiati, di cui 55 positivi per AbDT1 (55,6%) e 44 negativi (44,4%), 48 (48,5% della popolazione) sono risultati positivi ad almeno un anticorpo tiroideo. La prevalenza di AbTir nei soggetti AbDT1+ è del 50,9% (28/55), mentre nei soggetti AbDT1- del 45,5% (20/44). Non è stata osservata alcuna differenza statisticamente significativa nella prevalenza di autoimmunità tiroidea in relazione alla presenza/assenza di AbDT1, anche considerando le singole positività agli AbTir. Conclusioni: dai risultati ottenuti nella nostra casistica non emerge un rischio aggiuntivo per lo sviluppo di autoimmunità tiroidea nei soggetti AbDT1+ (seppure pare esservi un trend); la parentela di I grado con un soggetto affetto da DMT1 aumenterebbe invece il rischio di sviluppare anticorpi anti tiroide; infatti, rispetto alla prevalenza anticorpale osservata nella popolazione generale sarda, la prevalenza nella nostra casistica risulta essere più elevata (48,5%).