Mortalità e morbilità associate a S. Metabolica (SM) dopo Trapianto Epatico (OLT): follow-up a 5 aa

Introduzione: la SM è una nota complicanza dei soggetti sottoposti a OLT e contribuisce a incrementare mortalità e morbilità, in particolare aumentando il rischio CV. Scopo: valutare lo sviluppo di SM e l’impatto su mortalità e morbilità nei primi 5 anni dopo OLT. Materiali e Metodi: 84 pazienti (75% M, 53.9±9.3 aa) valutati pre e annualmente post-OLT per parametri glicometabolici, antropometrici e per presenza di complicanze maggiori (eventi CV, infezioni, rigetto e neoplasie de-novo). Risultati: la prevalenza di SM è aumentata da 14/84 (16.6%) pre-OLT a 32/81 (39.5%) 12 mesi post-OLT. A 5 aa, SM è aumentata a 34/73 (46.6%). Dei pz SM a 1 aa, 9 hanno revertito SM a 5 aa, 18 sono invariati, 3 sono deceduti. Dei pz non-SM a 12 mesi, 14 hanno sviluppato SM de novo, 20 sono rimasti non-SM e 5 deceduti. La prevalenza di obesità, IPA e iper-Tgl è aumentata dal 1° al 5° aa (obesità: 14.8% vs 19.2%; IPA: 56.8% vs 68.5%; iper-Tgl: 25.9% vs 30.1%). Diversamente, prevalenza di DM e basse-HDL è ridotta (DM: 44.4% vs 34.2%, basse-HDL: 34.5% vs 27.4%). Dei DM a 1 aa, 8 (22.2%) hanno revertito DM, 4 sono deceduti. La regressione da DM è stata maggiore nei non-SM vs SM (17.1% vs 3%, p=0.05) correlando inversamente con la presenza di SM (r=-0.24, p=0.04). Dei non-DM a 1 aa, solo uno, con SM, ha sviluppato DM de novo. Età (p=0.04), BMI (p<0.001) e DM (p=0.03) a 1 aa sono risulte variabili indipendenti associate a sviluppo SM. I non-SM, rispetto agli SM, hanno mostrato una ridotta prevalenza di eventi CV (8% vs 18.7%, P=0.194), infezioni (36% vs 58.3%, P=0.05) e rigetto d’organo (24% vs 31.2%, P=0.358) e maggiore prevalenza di neoplasie (20% vs 8.3%, P= 0.15). Unicamente la terapia con Ciclosporina è risultata fattore di rischio indipendente per eventi CV (P=0.04). Conclusioni: sebbene la SM sia un evento precoce dopo OLT, la prevalenza tende ad aumentare progressivamente. L’intervento sullo stile di vita e l’individualizzazione della terapia immunosoppressiva contribuiscono a miglior outcome in tali pazienti.