L’oleato riduce l’insulino-resistenza indotta dal palmitato nei progenitori cardiaci umani

L’accumulo di acidi grassi saturi nel tessuto cardiaco umano determina attivazione di stress chinasi, apoptosi e insulino-resistenza, incrementando il rischio cardiovascolare. La vitalità delle cellule progenitrici cardiache umane (hCPC) è essenziale per l’omeostasi del miocardio. Questo studio si è proposto di valutare gli effetti del palmitato, un acido grasso saturo, e dell’oleato, un acido grasso mono-insaturo, sul signaling dell’insulina nelle hCPC isolate da soggetti normopeso e non diabetici. Il trattamento con palmitato 0,25 mM induce apoptosi nelle hCPC a partire da 16 h, mentre il pretrattamento per 1 h con insulina 100 nM riduce l’apoptosi indotta dal palmitato (p<0,05). L’esposizione delle hCPC all’insulina 100 nM per 15 minuti induce la fosforilazione di Akt (S473) (p<0,05). Il trattamento con il palmitato 0,25 mM, ma non con l’oleato 0,1 mM, per 24 ore riduce la fosforilazione di Akt indotta dall’insulina (p<0,05), senza effetti sui livelli di Akt totale. L’esposizione al palmitato, ma non all’oleato, determina anche la riduzione dei livelli proteici del recettore insulinico (IR) (p<0,05), l’incremento dei livelli di mRNA di IR totale, delle isoforme IR-A e IR-B, e del rapporto IR-A/IR-B (p<0,05). Il palmitato, ma non l’oleato, determina anche la fosforilazione di p38 MAPK (T180/Y182) e c-Jun (S63) (p<0,05). Il pretrattamento per 1 h con SB202190, un inibitore di p38 MAPK, o con SP600125, un inibitore di JNK, ripristina la fosforilazione di Akt indotta dall’insulina (p<0,05), ma non i livelli di espressione proteica di IR alterati dal palmitato. La co-incubazione dell’oleato con il palmitato consente il recupero della fosforilazione di Akt indotta dall’insulina (p<0,05) e delle alterazioni dell’IR (p<0,05), e la riduzione della fosforilazione di p38 MAPK e c-Jun (p<0,05) indotte dal palmitato. In conclusione, l’oleato previene le alterazioni indotte dal palmitato sul signaling dell’insulina nelle hCPC, in gran parte contrastando l’attivazione di p38 MAPK e JNK, contribuendo così alla protezione cardiaca.