L’insulino-resistenza influenza la performance cognitiva in soggetti a rischio per diabete mellito

Crescenti evidenze scientifiche supportano l’ipotesi che il diabete mellito di tipo 2 (DM2) aumenti il rischio di sviluppare demenza e deficit cognitivo. Dati sperimentali, sebbene tuttora contrastanti, dimostrano come l’insulino-resistenza (IR) sia in grado di influenzare le prestazioni cognitive. L’obiettivo del nostro studio, quindi, è stato quello di verificare la relazione tra insulino-resistenza e performance cognitiva (PC) in soggetti a rischio per DM2.
Per tale motivo, sono stati arruolati 134 (111 F) soggetti volontari, sani, a rischio per diabete (familiarità e/o eccesso ponderale e/o iperglicemia a digiuno), di 39,0±12,3 anni, con BMI 25,2±4,8 kg/m2, e sottoposti a studio metabolico tramite OGTT per glicemia, insulinemia e c-peptide, e testatura neuropsicologica tramite test per valutare la funzione cognitiva globale, l’apprendimento verbale, la memoria, l’attenzione visiva e le funzioni esecutive.
I risultati dei test neuropsicologici sono stati successivamente normalizzati per età e scolarizzazione; ogni test è stato standardizzato con un punteggio da 0 (peggior performance) a 4 (miglior performance). I punteggi equivalenti di ciascun test sono stati sommati per ottenere un endpoint composito (Cognitive Performance Index), da 0 a 16, con gradiente crescente al migliorare della PC.
Suddividendo i soggetti reclutati in quartili sulla base del PCI, gli indici di IR peggioravano gradualmente al peggiorare della PC, e in modo particolare HOMA-IR, Matsuda, basal insulin secretion e basal insulin clearance (rispettivamente p<0,04, <0,005, <0,05 e <0,001). Dopo analisi di regressione multipla, la basal insulin secretion risultava maggiormente correlata al peggioramento della PC. Non si è rilevata alcuna correlazione  tra PC,  e glicemia basale, a 1 ora e a 2 ore dopo il carico orale e BMI.
Questi dati sembrano rafforzare l’ipotesi che l’insulino-resistenza, indipendentemente dalla glicemia, possa peggiorare la performance cognitiva anche in soggetti sani, a rischio per diabete mellito.