L-Carnitina attenua la progressione della NAFLD e delle sue complicanze nel modello murino

La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) affligge il 20-35% della popolazione adulta nei paesi occidentali e la sua prevalenza supera il 60-70% nei soggetti affetti da diabete di tipo 2. Ènota l’associazione tra l’incremento dei processi di deposizione lipidica, stress ossidativo e fibrosi che caratterizzano la NAFLD e l’aumentato rischio di complicanze cardiovascolari e renali. Considerato l’importante ruolo della L-Carnitina (LC) nel metabolismo lipidico e nelle terapie integrative delle patologie cardiovascolari, sono stati studiati gli effetti della sua supplementazione nel modello murino C57BL/6 di steatoepatite indotta mediante somministrazione di una dieta povera di metionina e colina (MCD).Il gruppo dei topi controllo è stato alimentato con dieta standard e due gruppi con MCD per 3 settimane. Successivamente, ad uno dei 2 gruppi MCD è stata somministrata oralmente LC (250mg/Kg/die) per ulteriori tre settimane. Le analisi istochimiche condotte sul tessuto epatico e cardiaco hanno mostrato una riduzione del contenuto lipidico nel tessuto epatico e una consistente diminuzione delle deposizioni di tessuto fibrotico a carico di entrambi i tessuti Inoltre lo studio di specifici marker ha dimostrato la capacità di LC di contrapporsi ai processi infiammatori (NfkB, STAT3, ERK pathways), allo stress ossidativo (ROS, NRF2, CaMKII) e alla fibrosi (αSMA). I dati ottenuti portano ad ipotizzare che la supplementazione con LC possa rallentare la progressione della NAFLD, opponendosi all’accumulo lipidico a livello epatico, attivando i processi di risposta antiossidante e inibendo la progressione della fibrosi.