La fitness fisica è un predittore indipendente di mortalità ed è determinata principalmente dal livello di attività fisica (AF). Nell’Italian Diabetes and Exercise Study_2 (IDES_2), un counseling comportamentale ha prodotto incrementi modesti, seppur sostenuti nel tempo (~6 min/die), dell’AF di intensità moderato-vigorosa (AFMV), insieme a diminuzioni del tempo sedentario (TS) di maggiore entità (~0.8 ore/die), in pazienti con diabete di tipo 2 (DM2). Questa modifica dello stile di vita si è associata ad un miglioramento significativo della fitness fisica e del profilo di rischio cardiovascolare (CV). Questa analisi post hoc dell’IDES_2 ha valutato l’impatto del miglioramento della fitness fisica sul profilo di rischio CV. L’IDES_2 ha reclutato 300 pazienti fisicamente inattivi e sedentari, randomizzati 1:1 a ricevere un counseling teorico-pratico di un mese, una volta l’anno per 3 anni, o generiche raccomandazioni. È stata analizzata la relazione tra le variazioni dei parametri di fitness fisica, ovvero fitness cardiorespiratoria (VO2max) e forza muscolare (FM) della parte inferiore del corpo, e le variazioni dei fattori di rischio CV e dei punteggi UKPDS di rischio CV a 10 anni, indipendentemente dal braccio dello studio. L’HbA1c e i punteggi di rischio di malattia coronarica totale e fatale diminuivano progressivamente dal I al IV quartile di variazione di VO2max e FM. L’analisi di correlazione univariata confermava queste relazioni inverse. All’analisi multivariata (Tabella 1), l’aumento della VO2max era un predittore indipendente della diminuzione di HbA1c, glicemia a digiuno, pressione diastolica e punteggi di rischio di malattia coronarica e ictus totale e dell’aumento del colesterolo HDL, mentre l’aumento della FM era un predittore indipendente della diminuzione di BMI, circonferenza vita, trigliceridi, pressione sistolica e punteggi di rischio di malattia coronarica e ictus fatale. Queste associazioni si mantenevano anche dopo ulteriore aggiustamento per le variazioni di TS e AFMV. Questi dati dimostrano che il miglioramento della fitness fisica, VO2max e FM, legato a modifiche dello stile di vita esercita un effetto benefico sul profilo di rischio CV, che è additivo rispetto a quello prodotto dall’aumento dell’AFMV e dalla diminuzione del TS.