Effetti metabolici di ranolazina in pazienti normotolleranti con iperglicemia ad 1-ora durante OGTT

La ranolazina è un farmaco antianginoso che agisce a livello dei cardiomiociti come inibitore della corrente tardiva di Na+ che si crea in condizioni di danno ischemico. Oltre all’impatto positivo sulla sintomatologia anginosa, gli studi clinici hanno messo in evidenza la capacità del farmaco di ridurre i livelli di HbA1c in diabetici con angina cronica cronica stabile (ACS). Vi sono evidenze crescenti che soggetti normotolleranti (NGT) dopo OGTT ma con glicemia ad 1-ora >155 mg/dl (NGT>155), presentano un maggior rischio di sviluppare diabete di tipo 2 (DM2). Scopo del presente studio è stato di valutare la risposta glicometabolica e gli adattamenti cardiovascolari al test da sforzo in pazienti NGT>155, affetti da ACS per testare gli effetti metabolici del farmaco in una fase precoce di alterazione del metabolismo glucidico. A tal fine sono stati arruolati 40 pazienti con ACS, 27 uomini e 13 donne, con un’età media di 58.7±9.1 anni, che risultavano NGT>155 dopo OGTT. Ai pazienti è stata aggiunta ranolazina alla dose iniziale di 375 mg bid, aumentata gradualmente fino ad un dosaggio massimo di 750 mg bid, quando tollerato. Dopo 12 settimane di trattamento i pazienti sono stati rivalutati sia mediante OGTT che attraverso test ergometrico. Al follow-up (FU), si è registrato un significativo miglioramento del profilo metabolico ed infiammatorio, in particolare l’area sotto la curva (AUC) glicemica durante OGTT risultava essere significativamente ridotta (295.6+46.2 al basale vs 248.7+30.2 al FU, p <0.0001), così come quella insulinemica (204.4+73.4 vs 160.9+30.9, p <0.0001), a ciò si associava un miglioramento dell’indice di insulino-sensibilità Matsuda (38.1+10.9 vs 56.5+17.7, p<0.0001). Il miglioramento dei parametri metabolici si associava ad un miglioramento della soglia ischemica (4.6±1.4 vs 8.0±1.2 minuti, p<0.0001) e del recupero cronotropo (21.2+8.2 vs 29.3+10.7, p<0.0001), che può essere probabilmente ascritto ad una migliore modulazione del tono simpatico e seguito dal miglioramento dell’insulino-sensibilità. In conclusione, questi dati confermano i benefici cardiovascolari di ranolazina in pazienti con ACS e dimostrano un favorevole effetto metabolico già in una fase precoce di alterazione del metabolismo glucidico.