Effetti di Semaglutide in una coorte di pazienti affetti da DMT2 in un real life setting

Semaglutide, agonista del recettore del GLP-1, ha dimostrato nei vari trial registrativi di poter intervenire, attraverso il suo meccanismo d’azione, sulla riduzione del peso corporeo e su diversi fattori di rischio cardio-metabolici e renali. L’obiettivo principale del nostro studio è stato quello di valutare, attraverso un’analisi retrospettiva di coorte, se nella pratica clinica l’utilizzo di Semaglutide iniettiva fosse associato ad un miglioramento dell’HbA1c. Secondariamente abbiamo descritto le variazioni del peso corporeo, della pressione arteriosa, della funzione renale e del profilo di sicurezza. Il nostro campione comprende una coorte di 432 pazienti le cui caratteristiche sono riportate nella tabella allegata. Sono stati inclusi nello studio tutti i pazienti in cui fosse disponibile un follow-up di almeno 6 mesi (follow-up medio 16±6 mesi). Il follow-up medio in terapia con il dosaggio massimale è stato di 8±8 mesi. Nel corso del follow-up, la terapia con Semaglutide è stata sospesa in 65/432 pazienti (15%) e 145/432 pazienti (34%) non hanno raggiunto il dosaggio massimale. I risultati ottenuti, al termine del follow-up, mostravano una differenza statisticamente significativa per quel che riguarda il BMI (p=0.0001), l’HbA1c (p=0.0001), i livelli di pressione arteriosa sistolica e diastolica (p=0.0001), l’escrezione di albumina (ACR) (p=0.006) e la variazione delle unità di insulina somministrate (p=0.025). Nessuna variazione statisticamente significativa è stata osservata nel filtrato renale. Tale dato si confermava nei pazienti naive da GLP1-RA mentre, in chi già utilizzava tale classe di farmaco si perdeva il dato relativo all’ACR.  Peraltro, in entrambi i gruppi, risultava significativa la modifica delle unità di insulina (in riduzione nel primo gruppo, in aumento nel secondo). Dividendo il campione sulla base del filtrato renale (cut-off 60 ml/min), i pazienti con eGFR <60 ml/min presentavano un aumento statisticamente significativo dello stesso (49±9 vs 52±13, p=0.003) mentre si perdeva la differenza in termini di ACR (p=0.08). Il nostro studio conferma, in un real life setting, l’efficacia di Semaglutide in termini di protezione cardiometabolica e mostra, per la prima volta, un miglioramento del filtrato renale nei pazienti con insufficienza renale cronica.