Diabete gestazionale: proposta di nuovo indice ricavato dalla cartella informatizzata

Premessa: è noto che il diabete gestazionale (DMG) aumenta il rischio di complicanze materno-fetali, tra cui la macrosomia fetale. Scopo: valutare se nuovi indici estraibili dalla cartella informatizzata, ricavati dalla differenza (delta ) tra i valori misurati durante l’ecografia morfologica e flussimetrica del diametro biparietale [delta DPB = (DPB flussimetria – DBP morfometria)/ DBP flussimetria x 100)], circonferenza cranica (delta CC), Circonferenza addominale (delta CA), Lunghezza Femore, Lunghezza omero, possano correlare con i valori della curva glicemica, con la terapia insulinica e con gli outcome materno-fetali. Risultati: abbiamo arruolato 82 pazienti afferenti al CD ACISMOM Togliatti di Roma provenienti da percorso strutturato con Policlinico Casilino con le seguenti caratteristiche: età media 35,27 anni, DS 6,15; BMI pregravidico: 26,33 Kg/m2, DS 6,06; settimana di gestazione al parto: 38,2, DS 1,3; il 58.5% era in terapia insulinica). Le pazienti sono state divise in 2 gruppi in base all’OGTT: pazienti con 1 solo valore alterato o 2 più valori alterati ai tre punti della curva 0-60-120 minuti (>92, 180 e 153 mg/dl rispettivamente). Sono state evidenziate differenze significative tra le pazienti con 1 valore alterato alla curva e due o più valori alterati con il delta DBP, Delta CC, Delta omero (p<0,05) ed un trend tra Delta DPB e terapia insulinica (p 0,06) Conclusioni Un maggiore aumento dei parametri biometrici fetali nel corso della gestazione ricavati dal confronto tra parametri rilevati durante ecografia morfologia a flussimetria, sembra essere correlato ad un peggiore andamento dell’OGTT e ad un maggior impiego della terapia insulinica in donne affette da diabete gestazionale. Questi risultati preliminari sembrano supportare l’impiego di un semplice indice, dinamico, ricavabile dalla cartella informatizzata, nella valutazione della macrosomia fetale in donne con DMG e suggeriscono che le specifiche alterazioni nei vari punti dell’OGTT possano predire lo sviluppo di macrosomia. Come prospettiva futura è necessario, al fine di confermare le ipotesi, ampliare lo studio con un gruppo di controllo.