CONSUMO DI PASTA E PROFILO DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE IN PAZIENTI CON DIABETE MELLITO TIPO 2

Abstract

Introduzione: la pasta è un alimento ricco in carboidrati raffinati, ma a basso indice glicemico (IG). Pertanto, il suo consumo potrebbe rappresentare una valida alternativa ad altri alimenti amidacei ad alto IG (i.e., pane, patate, etc.), particolarmente nelle persone con diabete. Tuttavia, non è chiaro se la pasta condivida i vantaggi di altri alimenti a basso IG e ricchi in fibra sul controllo glicemico e sui principali fattori di rischio cardiovascolare (CV). Scopo: valutare la relazione tra consumo di pasta, controllo glicemico e principali fattori di rischio CV in pazienti con diabete mellito tipo 2. Metodi: sono stati studiati 2562 pazienti con diabete tipo 2 partecipanti allo studio TOSCA.IT. Tutti hanno compilato un questionario alimentare validato (EPIC), sono stati misurati antropometria, pressione arteriosa, e profilo metabolico (HbA1c, lipidi plasmatici). Per l’analisi statistica, i partecipanti sono stati divisi in quartili di consumo di pasta. Risultati: nessuna associazione si osservava tra il consumo di pasta ed il contenuto energetico della dieta. Un maggiore consumo di pasta (Quartile 4) si associava ad un minore consumo di proteine, grassi totali e saturi, colesterolo, zuccheri aggiunti e fibra, e ad un più alto consumo di carboidrati. L’adesione alle raccomandazioni nutrizionali per le persone con diabete era significativamente migliore nel più alto quartile di consumo di pasta, rispetto al più basso. Nessuna associazione si osservava tra il consumo di pasta ed il controllo glicemico, l’IMC, la prevalenza di obesità o la circonferenza vita, i trigliceridi, il colesterolo LDL e non-HDL. Una relazione inversa si osservava, invece, tra il consumo di pasta ed il colesterolo HDL. La pressione arteriosa sistolica aumentava all’aumentare del consumo di pasta, ma tale relazione non si confermava dopo correzione per le variabili di confondimento. Conclusioni: in pazienti con diabete tipo 2, il consumo di pasta non ha effetti negativi sul controllo glicemico, l’IMC, gli indici di adiposità viscerale, ed i maggiori fattori di rischio CV. Pertanto, il consumo di pasta può rappresentare una valida alternativa al consumo di altri alimenti amidacei.


Tipo: CO
Codice: 50