PCSK9: dalla scoperta al farmaco

Rubrica Medicina Traslazionale: applicazioni cliniche della ricerca di base a cura di Francesco Purrello
Dipartimento di Biomedicina Clinica e Molecolare, Università degli Studi di Catania

La Medicina Traslazionale si basa sulla capacità di trasferire nuove conoscenze dalla scienza di base a quella biomedica in modo da generare applicazioni diagnostiche e terapeutiche avanzate. Si occupa di tutto ciò che, in ambito medico, traduce la scoperta scientifica che avviene nei laboratori di ricerca in risultati clinici al letto del malato. Questa Rubrica vuole evidenziare lo stretto legame, anche in ambito diabetologico, tra due mondi apparentemente lontani, quello della ricerca di base e quello della pratica clinica, e vuole offrire ai lettori la possibilità di conoscere quegli ambiti di ricerca che risultano particolarmente innovativi e con prospettive più o meno immediate di applicazione clinica.

Antonina Giammanco1, Davide Noto2, Maurizio R. Averna2

1Dipartimento Biomedico di Medicina Interna e Specialistica, Università degli Studi di Palermo 2Centro di Riferimento Regionale per la prevenzione, diagnosi e cura delle Malattie rare del metabolismo – A.O.U.P. “P. Giaccone”- Palermo

INTRODUZIONE

Le dislipidemie rappresentano uno dei più importanti fattori causali dell’arteriosclerosi e delle sue complicanze d’organo, come l’infarto del miocardio, l’ictus e la vasculopatia periferica. Il trattamento appropriato delle dislipidemie rappresenta la base degli interventi di prevenzione delle malattie cardiovascolari su base ischemica. Le statine sono considerate la terapia di prima scelta per la prevenzione ed il trattamento delle malattie cardiovascolari (CV), essendo capaci di ridurre i livelli plasmatici di colesterolo LDL (LDL-C), la mortalità e la morbilità cardiovascolare, come ampiamente dimostrato da numerosi trials clinici e da studi epidemiologici. Tuttavia, nonostante la documentata efficacia delle statine, un significativo rischio cardiovascolare residuo rimane in numerosi pazienti anche dopo una terapia intensiva. Numerosi farmaci sono attualmente disponibili in commercio e nuove terapie sono in fase di studio con l’obbiettivo di ottimizzare la terapia ipolipidemizzante. L’osservazione che la proprotein convertase subtilisin/kexin 9 (PCSK9) è in grado di regolare i livelli di LDL-C degradando i recettori per le LDL (LDL-R) a livello epatico ha suggerito lo sviluppo di inibitori di questa proteina per il trattamento delle ipercolesterolemie. Fino ad oggi sono stati proposti diversi approcci per ridurre i livelli circolanti di PCSK9. Tra questi si possono annoverare anticorpi monoclonali in grado di legare PCSK9 circolante e di bloccarne l’attività, piccole molecole in grado di interferire con la maturazione intracellulare di PCSK9 ed il silenziamento genico mediato da “short interfering RNA” (siRNA) o oligonucleotidi antisenso (ASO). Allo stato attuale l’approccio più avanzato da un punto di vista clinico è rappresentato dagli anticorpi monoclonali anti-PCSK9, che sono in grado di ridurre i livelli di LDL-C fino al 70% sia in monoterapia che in aggiunta alla terapia con statine. Sono in corso diversi trials clinici di fase III, i cui risultati, saranno di grande utilità nel definire l’entità della riduzione del rischio CV e la sicurezza del loro impiego.