Uso dei cereali integrali nella prevenzione del diabete: ruolo della metabolomica

Background: le evidenze attualmente disponibili suggeriscono un’associazione inversa tra il consumo di cereali integrali e l’incidenza di diabete tipo 2. Ancora poco noti sono, però, i meccanismi che mediano tali effetti. Un aiuto potrebbe essere ottenuto dall’utilizzo delle tecniche omiche.
Scopi: 1) identificare i metaboliti plasmatici rappresentativi di una dieta a base di cereali integrali, 2) valutare se tali metaboliti sono associati ad alcuni parametri metabolici, quali glicemia, insulina e trigliceridi, sia a digiuno che nel post-prandiale. Metodi: 54 soggetti di entrambi i sessi, età 40-70 anni, con sindrome metabolica, arruolati nello studio Healthgrain (ClinicalTrials.gov, NCT00945854), erano assegnati, in modo casuale, alla “Dieta Health” (a base di cereali integrali) (n=28) o alla “Dieta Controllo” (a base di cereali raffinati) (n=26), per 12 settimane. L’adesione all’intervento nutrizionale era valutata mediante il diario alimentare. Alla fine del run-in e dopo 12 settimane di intervento era prelevato un campione di sangue per la valutazione a digiuno e nel postprandiale del profilo metabolico. È stata condotta una untargeted analysis sui campioni di plasma a digiuno raccolti al basale e alla fine del trattamento nutrizionale.
Risultati: sono stati identificati 9367 metaboliti, di cui 13 della classe dei lipidi, 5 delle betaine, 3 degli amminoacidici, 1 dei polifenoli e 14 di altre classi. Alla fine dell’intervento, betaine, composti fenolici, e acidi grassi a lunga catena, i.e. C20:4 (acido arachidonico), C18:3 (acido linolenico), erano positivamente associati con il consumo di cereali integrali (P<.05). Concentrazioni più elevate dei suddetti metaboliti (tertile 3) si associavano a più bassi livelli di glicemia, insulina e trigliceridi, in particolare in fase postprandiale (P<.05). Conclusioni: una dieta a base di cereali integrali influenza positivamente il metaboloma plasmatico di soggetti con sindrome metabolica, incrementando le concentrazioni di specifici metaboliti quali, acidi grassi polinsaturi della serie n-3, composti betainici e fenolici, che migliorano a loro volta le concentrazioni plasmatiche di glicemia, insulina e trigliceridi. Ciò potrebbe contribuire ad ampliare le conoscenze sui meccanismi di sviluppo del diabete tipo 2.