Trattamento conservativo per la gestione dell’unghia incarnita in pazienti diabetici

Introduzione: circa il 20% dei pazienti con problematiche legate al piede si presenta al medico curante con l’onicocriptosi che si verifica quando il tessuto periungueale è perforato o traumatizzato dai margini distali della lamina ungueale. Il diabete risulta essere un fattore di rischio predisponente, difatti l’unghia incarnita rappresenta una causa frequente di accesso all’ambulatorio del piede diabetico. Il trattamento di elezione prevede l’intervento chirurgico, controindicato però nel paziente diabetico a causa delle sue comorbidità. La rieducazione ungueale (ortonixia) può quindi rappresentare un valido trattamento conservativo.
Scopo: verificare l’efficacia dell’ortonixia in pazienti diabetici affetti da onicocriptosi di grado medio rispetto al trattamento podologico di currettage.
Metodi: 52 unghie di 32 soggetti con diabete tipo II (25 F e 7 M, età media 68,32 ± 5,60 anni, durata del diabete 14,48 ± 6,21 anni) sono state selezionate tra pazienti in classe di rischio ulcerativo 1 e 2 affetti da onicocriptosi di grado medio (secondo Mozena). Dopo randomizzazione, 20 unghie di 13 soggetti sono state trattate con ortonixia rispetto al currettage podologico. Sono stati quindi rilevati le recidive, i giorni di assenza di malattia e l’ampiezza della lamina ungueale ad un anno dai trattamenti. Risultati: il gruppo trattato con ortonixia ha presentato il 15% (3/20) di recidive con 319,05 giorni di assenza di malattia, rispetto al 75% (24/32) di recidive e 208,32 giorni di assenza di malattia nel gruppo trattato con currettage. La differenza dell’ampiezza della lamina ungueale tra i due gruppi risulta 2,68 mm a favore dell’ortonixia. Conclusione: l’ortonixia risulta essere un trattamento sicuro, efficace, semplice ed economico per la gestione dell’onicriptosi di grado medio nel paziente diabetico. Sono consigliati ulteriori studi randomizzati su campioni più ampi per confermare i risultati ottenuti.