Obesità e risposta al danno al DNA: quale associazione?

L’infiammazione di basso grado che caratterizza l’obesità rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di tumori. Studi recenti suggeriscono che l’eccesso calorico inducendo la produzione di metaboliti (es. specie reattive dell’ossigeno e perossidi lipidici) sia in grado di determinare un danno al DNA e quindi attivare la risposta a tale danno (DDR). Scopo del nostro lavoro è valutare se la DDR sia diversamente attivata nell’obesità e nel sovrappeso e associata a marker infiammatori, attraverso lo studio di coppie di gemelli monozigoti (MZ) discordanti per IMC prima e dopo calo ponderale indotto da dieta ipocalorica del gemello sovrappeso/obeso, e di pazienti obesi prima e dopo chirurgia bariatrica. Ad oggi sono stati raccolti i parametri clinici, antropometrici, biochimici e campioni di sangue, urine, feci, saliva, e nei pazienti bariatrici grasso omentale e sottocutaneo, di 14 coppie di MZ e 13 obesi. Sono in corso analisi del profilo lipidico delle membrane eritrocitarie, del profilo metabolico su siero e grasso con NMR, del rapporto tra DNA mitocondriale e nucleare e l’analisi fosfoproteomica dei componenti della DDR nei PBMC mediante RPPA. I dati preliminari mostrano negli individui sovrappeso/obesi specifici profili di metilesteri degli acidi grassi di membrana, ed aumentati livelli di VLDL, LDL, glicemia, insulinemia, lattato, proteina C reattiva e IL6 che si riducono dopo calo ponderale. I profili di fosforilazione di ATM e H2AX nel sangue e nel grasso risultano simili, così da suggerire l’uso dei PBMC come surrogati del tessuto nello studio della DDR. I dati conclusivi nei MZ permetteranno di comprendere l’impatto dell’ambiente nelle disfunzioni metaboliche e cellulari associate all’obesità e se la DDR e l’obesità siano causalmente associate.